Il 2025 segnerà una svolta cruciale per l’industria del packaging, con innovazioni guidate dalla necessità di conformarsi alla normativa PPWR, il nuovo Regolamento europeo 2025/40 del Parlamento europeo e del Consiglio UE del 19 dicembre 2024 sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, entrato in vigore lo scorso 11 febbraio (si applicherà a decorrere dal 12 agosto 2026). Le aziende che abbracceranno il cambiamento investendo in soluzioni più sostenibili saranno quelle che guideranno il mercato, rispondendo alle nuove esigenze dei consumatori e contribuendo attivamente alla transizione verso un’economia circolare più efficiente e responsabile.
Il contesto normativo e le sfide per l’industria
Le direttive europee e nazionali in materia di sostenibilità sono diventate più stringenti. Il ‘Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio’ (PPWR) impone obiettivi ambiziosi in termini di riciclabilità, riutilizzo e riduzione della plastica monouso. Questo scenario sta costringendo le aziende a ripensare il proprio packaging per ridurre l’impatto ambientale e rispettare le nuove normative.
Le principali sfide introdotte dal regolamento si tradurranno in trend che caratterizzeranno il settore nel 2025 e oltre.
1. Riduzione dell’uso della plastica e aumento del contenuto riciclato (artt. 6 e 7)
Una delle disposizioni chiave della PPWR riguarda la drastica riduzione dell’uso di plastica vergine. Il regolamento impone che tutti gli imballaggi plastici contengano una percentuale minima di plastica riciclata, con obiettivi progressivi fino al 2030. Questa misura incentiverà lo sviluppo di nuove tecnologie per il riciclaggio avanzato e la creazione di materiali plastici biodegradabili di nuova generazione.
2. Obbligo di riciclabilità e riutilizzo (artt. 6, 10)
Il regolamento impone che tutti gli imballaggi siano progettati per essere riciclati in modo economicamente sostenibile entro il 2030. Ciò porterà a una maggiore attenzione alla progettazione degli imballaggi, con soluzioni più semplici e nella direzione di materiali mono-componente o comunque disegnati per facilitare la separazione e il riciclo. Inoltre, la PPWR promuove sistemi di riutilizzo e ricarica, soprattutto nel settore del food & beverage, con l’introduzione di target vincolanti per il riutilizzo degli imballaggi.
3. Etichettatura armonizzata e trasparenza per i consumatori (art. 12)
Un altro cambiamento rilevante riguarda l’introduzione di un sistema di etichettatura uniforme a livello europeo, pensato per migliorare la raccolta differenziata e ridurre la confusione dei consumatori. Questo sistema aiuterà a identificare chiaramente i materiali utilizzati negli imballaggi e le corrette modalità di smaltimento, incentivando comportamenti più responsabili.
4. Materiali innovativi e packaging compostabile (artt. 8 e 9)
La normativa spinge anche verso l’adozione di materiali innovativi e biodegradabili. Il settore del packaging compostabile crescerà rapidamente, con soluzioni sviluppate per ridurre la contaminazione dei rifiuti organici. Tuttavia, la PPWR stabilisce che il packaging compostabile sarà obbligatorio solo in situazioni in cui porti chiari benefici ambientali.
5. Stop agli imballaggi superflui e riduzione dei rifiuti (art.10)
La normativa introduce limiti stringenti all’uso di imballaggi eccessivi, con l’obbligo per le aziende di ridurre al minimo il peso e il volume degli imballaggi. Questo avrà un impatto significativo sull’e-commerce, dove si prevede una revisione delle pratiche di imballaggio per eliminare sprechi e migliorare la sostenibilità.
6. Nuove responsabilità per i produttori e incentivi economici (art. 45)
Il regolamento rafforza il principio della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), imponendo alle aziende costi maggiori per la gestione dei rifiuti derivanti dai propri imballaggi. Le imprese che adotteranno materiali più sostenibili e pratiche di packaging eco-friendly potranno beneficiare di incentivi economici e agevolazioni fiscali.
Restiamo in attesa di vedere come il settore si adatterà a queste nuove sfide, ma una cosa è certa: il futuro del packaging sarà più sostenibile e l’innovazione sarà la chiave di volta.
L’influenza del consumatore: il packaging sostenibile guida le scelte nel largo consumo
Secondo l’Osservatorio Packaging di Nomisma 2025, la sostenibilità è oggi un fattore chiave nel settore alimentare: per 7 italiani su 10 determina le scelte di acquisto.
Per il 46% degli acquirenti il packaging è addirittura l’indicatore principale di sostenibilità di un prodotto, seguito dalla provenienza locale (43%) e dalle basse emissioni (42%).
Per i consumatori, un imballaggio è sostenibile quando è completamente riciclabile (51%), non eccessivo (43%), realizzato con materiali rinnovabili (40%) e a basse emissioni (35%).
Parallelamente, sono sempre più numerosi gli studi che portano all’attenzione dei consumatori i rischi per la salute legati a packaging non sostenibili, in particolare stiamo parlando degli effetti derivanti da microplastiche, bisfenolo e Pfas.
La crescente consapevolezza dei consumatori sui vantaggi per il pianeta e per la loro stessa salute derivanti da scelte ponderate che prediligono prodotti con caratteristiche di sostenibilità, muove naturalmente anche le aziende produttrici e i brand rilevanti ad andare nella medesima direzione.
Innovazioni tecnologiche nel packaging sostenibile
Ogni anno, milioni di tonnellate di rifiuti plastici invadono le nostre discariche e gli oceani, sconvolgendo gli ecosistemi.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato un rapporto, intitolato “Policy Scenarios for Eliminating Plastic Pollution by 2040“, secondo il quale politiche globali integrate che affrontano l’intero ciclo di vita della plastica potrebbero ridurne la dispersione nell’ambiente del 96 per cento.
Le misure proposte includono la riduzione della produzione e della domanda di plastica, la promozione dell’ecodesign, il potenziamento del riciclaggio e la chiusura dei percorsi di dispersione. Senza interventi più ambiziosi rispetto a quelli portati avanti finora, si prevede che la produzione, l’uso e i rifiuti di plastica aumenteranno del 70% entro il 2040, con il 19% dei rifiuti plastici destinati a finire nell’ambiente.
La chiamata dell’OECD è rivolta alle istituzioni così come all’ecosistema economico, alle aziende, dalle quali può partire un profondo cambiamento.
Ad esse si chiede di innovare, perché è l’innovazione, al pari e forse più delle normative, a giocare un ruolo fondamentale per fornire soluzioni alternative alla plastica, per ridurre i rifiuti, lo sfruttamento delle materie prime, le emissioni, e spingere l’industria verso un nuovo concetto di imballaggio con impatto ambientale ridimensionato.
Le tecnologie digitali faranno la loro parte: nel 2025, si prevedono avanzamenti delle tecnologie di smart packaging, con un impiego sempre più diffuso nei settori alimentare e farmaceutico. L’adozione di tecnologie come l’IoT e l’IA avranno sempre più applicazione, in particolare quest’ultima sta già mostrando il suo potenziale per lo sviluppo di imballaggi innovativi e personalizzati: dalle confezioni intelligenti che monitorano la freschezza del cibo e avvisano il consumatore in caso di alterazioni, a packaging con messaggi su misura ed esperienze di realtà aumentata che offrono un’interazione unica con il prodotto.
Un esempio di utilizzo di intelligenza artificiale in ambito packaging arriva da Amazon: il Package Decision Engine è un modello di AI proprietario che garantisce che gli acquisti dei clienti arrivino nell’imballaggio più adeguato, più sostenibile, evitando danni e facilitando le consegne. Questa tecnologia è già in uso da alcuni anni in Europa e Usa e ha già contribuito a ridurre in modo significativo l’uso di packaging non necessari, eliminando oltre 2 milioni di tonnellate i materiali da imballaggio.
Determinanti saranno, tuttavia, i nuovi materiali: biodegradabili e compostabili, a basso impatto ambientale, come bioplastiche avanzate, carta riciclata ad alta resistenza, rivestimenti a base di alghe o ottenuti da scarti alimentari. Alcune di queste innovazioni sono più mature, altre devono essere perfezionate, altre ancora devono dimostrare una loro funzionalità comparabile unita a una ‘sostenibilità’ economica della filiera e anche di impatto ambientale complessivo.
Tra i nuovi materiali si distingue come ‘game-changer’ il coating Qwarzo®.
Il valore sostenibile di Qwarzo®
Qwarzo® è un innovativo rivestimento a base minerale progettato per migliorare in modo significativo le performance dei materiali su cui viene applicato.
Grazie alla sua capacità di integrarsi perfettamente con il substrato, ne potenzia le caratteristiche senza comprometterne la riciclabilità. Un aspetto fondamentale della sua formulazione è l’assenza di plastiche e PFAS (intenzionalmente aggiunti), che garantisce un riciclo di qualità e contribuisce attivamente alla riduzione dell’impatto ambientale.
Qwarzo® è completamente inodore, insapore e invisibile, pur conferendo una resistenza straordinaria che risponde alle sfide del packaging. Nel settore alimentare, offre resistenza funzionale e valorizza la materia prima senza interferire con i sapori, proteggendo contemporaneamente l’involucro o il prodotto da grassi, acqua, alte temperature e sostanze chimiche aggressive. Funge inoltre da efficace barriera contro ossigeno e vapore, preservando freschezza e qualità dei prodotti confezionati.
Grazie alla sua versatilità e alla facilità di integrazione nei processi industriali, Qwarzo® può essere applicato a un’ampia gamma di materiali destinati al confezionamento, trovando impiego in numerosi settori, a partire da quello alimentare, per poterlo immaginare anche in quello cosmetico e farmaceutico. La sua capacità di adattarsi a diverse esigenze produttive lo rende una soluzione altamente scalabile e sostenibile anche economicamente.
Per questo, oggi, Qwarzo® si afferma come una risposta concreta e innovativa per l’industria del food packaging, offrendo un’alternativa efficace e sicura per ridurre l’uso di rivestimenti plastici, senza rinunciare alle prestazioni richieste dal mercato moderno. Con il suo contributo alla transizione verso un’economia circolare, rappresenta un punto di svolta per il futuro della sostenibilità nei materiali da imballaggio.