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Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR)

Il 24 aprile 2024 il Parlamento Europeo ha adottato il Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) o Regolamento su Materiali e Rifiuti per l’imballaggio, che dovrebbe sostituire la Direttiva sugli Imballaggi 94/62/CE con l’obiettivo di contribuire alla transizione verso un’economia circolare.

Il PPWR è senza dubbio una svolta storica nelle politiche green per la gestione degli imballaggi, rimarcata dal passaggio da Direttiva a Regolamento. Quest’ultimo non necessita di essere recepito dallo Stato membro con una propria normativa, ma è direttamente applicabile in tutto il mercato unico ed è subito vincolante per gli Stati e le aziende, all’indomani della pubblicazione in Gazzetta ufficiale europea.

Ciò permetterà di armonizzare il mercato interno europeo e accelerare gli obiettivi di rendere tutti gli imballaggi riutilizzabili o riciclabili entro il 2030, di ridurre i rifiuti di imballaggio e gli imballaggi eccessivi o complessi, di introdurre obblighi concernenti il contenuto riciclato negli imballaggi di plastica.

Definizione di packaging

In risposta alle crescenti preoccupazioni ambientali, il settore del packaging è sempre più orientato verso soluzioni sostenibili che riducano l’impatto ecologico attraverso l’uso di materiali riciclabili, biodegradabili o rinnovabili.

L’UE pone un forte accento sulla riduzione dell’impatto ambientale del packaging attraverso varie direttive e regolamenti che promuovono l’uso di materiali riciclabili, la riduzione dei rifiuti e naturalmente l’innovazione, senza la quale molti cambiamenti non sarebbero possibili. Centrale è la Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, la cui prima versione è stata adottata nel 2015 nel contesto del Circular Economy Action Plan.

Le politiche dell’UE sul packaging sono fondamentali per guidare le aziende verso l’economia circolare e influenzano notevolmente le industrie manifatturiere, la distribuzione al dettaglio e i comportamenti dei consumatori in tutta Europa. Queste iniziative si inseriscono in un contesto più ampio di regolamenti che cercano di bilanciare progresso economico e protezione ambientale, assicurando che l’innovazione nel packaging contribuisca positivamente sia all’economia che all’ambiente.

Le ragioni del Regolamento

Gli imballaggi usano grandi quantità di materiali vergini (il 40 % della plastica e il 50 % della carta utilizzati nell’Unione sono destinati agli imballaggi) e rappresentano il 36 % dei rifiuti solidi urbani.

Nonostante la prima Direttiva sugli imballaggi, la 94/62/EC (PPWD – Packaging and Packaging Waste Directive) avesse l’ambizione di ridurre l’enorme quantità di imballaggi che circolano in Europa, l’impatto ambientale degli stessi non è affatto diminuito. Al contrario. Tra il 2011 e 2021, è stato calcolato che il packaging waste generato sia aumentato del 27%.

Nel 2021, l’UE ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio per abitante, 10,8 kg in più per persona rispetto al 2020, l’aumento maggiore degli ultimi 10 anni, e quasi 32 kg in più rispetto al 2011.

In totale, l’UE ha prodotto 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, di cui il 40,3% è costituito da carta e cartone. La plastica rappresenta il 19,0%, il vetro il 18,5%, il legno il 17,1% e il metallo il 4,9%.

Nel 2021, ogni persona residente nell’UE ha generato in media 35,9 kg di rifiuti di imballaggio in plastica. Di questi, solo 14,2 kg pro capite sono stati riciclati.

Tutto ciò ha spinto il legislatore europeo a riconsiderare la Direttiva, per rendere l’azione più efficace, andando nella direzione di un Regolamento.

 

Quali cambiamenti con la PPWR

La nuova legislazione Packaging and Packaging Waste Regulation,  una volta in vigore sarà direttamente applicabile in ciascuno Stato membro e sostituirà completamente la Packaging Directive 94/62/EC, con l’ambizioso obiettivo di armonizzare il mercato interno del packaging e garantire che tutti gli imballaggi nell’UE siano riciclabili entro il 2030. Inoltre, la quantità complessiva di imballaggi utilizzati dovrà essere ridotta del 15% entro il 2040.

Le aziende dovranno rivedere molte cose nella gestione del packaging per rispettare la PPWR, in generale tutti gli operatori del mercato dovranno cominciare a conoscere meglio gli imballaggi, poichè, da ora in avanti, le caratteristiche di sostenibilità saranno sempre più un criterio competitivo e differenziante.

La PPWR ha come ulteriore importante effetto quello promuovere l’innovazione e il supporto alla ricerca e sviluppo di nuovi materiali che possono essere più facilmente riciclati o riutilizzati; o che facilitano il riciclo di qualità. Da questo punto di vista, l’eco-design non sarà più un’opzione. In Qwarzo riteniamo che la progettazione per la riciclabilità sia una caratteristica essenziale per ridurre l’impatto del packaging a fine vita, per migliorare la qualità dei materiali riciclati e accelerare la transizione all’economia circolare. In particolare, l’eco-design è fondamentale per superare gli imballaggi multimateriale e per applicare nuovi materiali, nuovi ingredienti, atti a sostituire la plastica. Con la nostra tecnologia innovativa abilitiamo questo cambiamento.
Il nostro rivestimento a base minerale valorizza e funzionalizza i materiali su cui è applicato senza alterarne minimamente le qualità fondamentali, tra cui la riciclabilità.

Cosa cambierà nel food packaging con la PPWR

Tra i settori maggiormente interessati dalla PPWR c’è il food packaging.

L’imballaggio dei prodotti alimentari richiede considerazioni particolari che vanno oltre quelle generali del packaging. Questo perché gli imballaggi destinati agli alimenti devono non solo proteggere fisicamente il contenuto, ma anche garantire la sicurezza e la qualità alimentare lungo tutta la catena di distribuzione fino al consumatore finale. Un elemento, quello della sicurezza, che è sempre stato importante, ma nel post pandemia lo è ancora di più, poiché c’è maggiore consapevolezza rispetto alla facilità con cui determinati pericoli sanitari possano generarsi e circolare velocemente.

Ma non solo virus e batteri possono circolare grazie al food packaging.

PFAS

Una sicura conquista la PPWR la porta su una tema noto da tempo con l’acronimo PFAS.

I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) sono una classe di composti chimici sintetici utilizzati nel food packaging noti la loro capacità di resistere al calore, all’acqua e all’olio, li troviamo spesso nei rivestimenti per pentole (le famose padelle antiaderenti) e altri confezionamenti di prodotti alimentari. Della loro pericolosità per la salute umana si parla da tempo, e alcuni studi cominciano a essere concludenti.

Parte della loro pericolosità sta nel fatto che non si degradano facilmente e possono accumularsi nel corpo umano e negli ecosistemi stratificandosi. Per questo sono anche chiamati “forever chemicals”: la PPWR ora stabilisce che non possono essere utilizzati oltre certe soglie negli imballaggi a contatto con alimenti.

PACKAGING BAN

La plastica è il grande problema all’interno del problema imballaggi: anche se rappresenta circa il 19-20% dei materiali da imballaggio, il suo riciclo è attualmente bassissimo, il suo impatto sull’ambiente gigantesco. Le soluzioni per la plastica sono fondamentalmente due: ridurre la produzione di plastica vergine; migliorare il processo per la gestione e il riciclaggio della plastica post-consumo.

La PPWR introduce delle percentuali minime di contenuto di plastica riciclata negli imballaggi. Ogni parte in plastica degli imballaggi immessi sul mercato, in futuro, dovrà contenere una percentuale minima di contenuto riciclato, recuperato da rifiuti plastici post-consumo, che vanno dal 10 al 35% da qui al 2030; e raggiungono anche il 65% entro il 2040.

Ma tali percentuali sono sufficienti, da sole, ad assicurarci di raggiungere l’obiettivo finale? Che non è solo ‘avere prodotti da imballaggio con il più alto tasso possibile di contenuto riciclato’, bensì aumentare il numero aziende inserite in filiere circolari e assicurarci che l’economia circolare e rigenerativa diventi il modello di produzione e consumo di riferimento. Solo così potremo parlare di sviluppo sostenibile e di futuro. Per questo obiettivo finale le norme fanno da sfondo, lo shift si fa con innovazione, di processo e di prodotto, e riciclo di qualità.

Riuso vs riciclo

La PPWR introduce anche altri principi volti a ridurre gli imballaggi monouso a favore di quelli riutilizzabili, per i quali viene stabilito un vero e proprio disciplinare.

A partire dal 1° gennaio 2030, ci saranno diversi divieti, in particolare sugli imballaggi in plastica. Ad esempio, saranno vietati gli imballaggi monouso in plastica utilizzati nei punti vendita per raggruppare i prodotti venduti in bottiglie, lattine, barattoli, vaschette, ecc.;  vietati gli imballaggi monouso in plastica per prodotti ortofrutticoli freschi preconfezionati di peso inferiore a 1,5 kg; vietati gli imballaggi in plastica monouso per alimenti e bevande riempiti e consumati in alberghi, ristoranti, caffè e simili (settore HORECA), nonché gli imballaggi in plastica monouso contenenti singole porzioni di condimenti, conserve, salse, creme per caffè, zucchero e condimenti nel settore alberghiero e ristorativo (fatte salve eccezioni molto limitate).

Inoltre, il PPWR prevede un divieto neutro dal punto di vista dei materiali per tutti gli imballaggi monouso di cosmetici, prodotti per l’igiene e articoli da toilette destinati al settore ricettivo (ad esempio, i flaconi di shampoo negli alberghi).

Per quanto riguarda l’indicazione verso il riutilizzo data dal Regolamento agli operatori della ristorazione, molti sono i dubbi circolati tra gli stakeholder, per esempio, tra le principali associazioni europee della value chain della carta e dei brand-owner della ristorazione.

Noi di Qwarzo, riteniamo che il packaging riutilizzabile possa essere una soluzione sostenibile, nelle sue dimensioni ambientali, sociali ed economiche, solo per alcuni campi molto specifici di applicazione, in contesti chiusi e strutturati in cui è possibile centralizzare e monitorare la gestione dei resi e realizzare sistemi di lavaggio efficienti, come ad esempio edifici pubblici, aeroporti o mense scolastiche.

Tuttavia nella maggior parte dei contesti d’applicazione previsti, secondo EPPA (European Paper Packaging Alliance) il passaggio al packaging riutilizzabile rischierebbe di aumentare gli impatti socio-ambientali della ristorazione, e potrebbe creare dei seri rischi di contaminazione per gli utilizzatori.

Nello specifico, sarà necessario un maggiore consumo di materiali ed estrazione di risorse per la realizzazione dei prodotti adatti al riuso, maggiore consumo di acqua per il lavaggio e costi insostenibili di adeguamento per i piccoli business, creando delle barriere d’ingresso che limiteranno l’offerta ristorativa europea e l’esperienza dei consumatori. Inoltre, non è affatto secondario il ruolo che avrebbero in questi scenari di riuso i comportamenti degli utilizzatori, sui quali grava la restituzione del packaging.

Sul riuso, quindi, la partita non è affatto conclusa, come dimostra un recente studio del Joint Research Centre della UE che esamina l’impronta ambientale di sei casi di studio su quattro scenari, relativi a soluzioni di imballaggio monouso e multiuso nei settori alberghiero, della ristorazione e del catering.

Con la tecnologia Qwarzo® molti di questi problemi vengono superati in premessa: il packaging monouso in carta, funzionalizzato con il nostro coating minerale a base di silice e perfettamente riciclabile, è un’ottima alternativa alla plastica monouso e multiuso, da un punto di vista di performance ambientali lungo tutto il ciclo di vita, di sicurezza e igiene per i consumatori e di costi per il sistema, in pieno accordo anche con tutte le normative, dalla Single Use Plastics Directive alla recente PPWR.

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